Il 31 luglio 2015, dopo un mese di lavoro e 100 ore di registrazioni, è andato online il Documentario Antropologico Envision Gallura, nella sua versione italiana. Pochi mesi dopo, su richiesta dei patrocinatori, è uscita una versione sottotitolata in inglese del medesimo. Contestualmente, nasceva l’idea (e quindi il progetto) di inserire quel Documentario all’interno di un Portale territoriale, il cui scopo era non solo quello di consentire le prenotazioni e/o la vendita online di servizi e prodotti, ma di raccontare un territorio, quello della Gallura, attraverso una serie incrociata di esplorazioni e narrazioni, tali da valorizzarlo non solo durante il periodo estivo, ma lungo tutti i 12 mesi dell’anno, puntando a creare nuovi stimoli che non si limitassero ad allungare la stagione balneare.
Il presupposto antropologico di fondo era, in effetti, molto semplice: a dispetto dei circa 1850 km di coste, la cultura della Sardegna in generale e della Gallura in particolare, se non per gli sviluppi degli ultimi 50 anni, non è mai stata una cultura del mare e dell’acqua, ma il frutto di una storia della terra, delle piante e della pietra, in cui il mare era più una (de)limitazione che una risorsa (eccettuate le enclave dell’Arcipelago Maddalenino, Carloforte e Sant’Antioco, Alghero, e l’attività di Cabras).
Pur riconoscendo i benefici e la genialità di opere come quella della Costasmeralda, era immenso, dal nostro punto di vista, il patrimonio sommerso da illustrare e far conoscere, parlando di esso in termini di unicità e valore prima ancora che di profitto e prezzi.
Olivastri millenari, stazzi, castelli medievali, forti piemontesi, chiese campestri, eremi, villaggi e torri nuragiche, erbe officinali, processi di vinificazione, nuovi sport legati all’ambiente, oliveti, boschi, sugherete, monoliti, aria pura e acqua cristallina, assieme alla produzione di ortaggi, carni e formaggi di pregio, sono solo la punta di un iceberg che, con i 7 patrocinatori del progetto, volevamo aiutare ad emergere.
In controtendenza con la maggioranza dei portali territoriali, tutti orientati a spingere da subito la vendita di servizi e prodotti, abbiamo deciso di perseguire una strada diversa, forse meno immediata, che mettesse al centro della storia i valori che hanno accomunato gli imprenditori che hanno creduto nel progetto: il rispetto del territorio e la sua valorizzazione attraverso la verità culturale dei suoi valori.
È nato così un design innovativo che, nello spirito di inveritas, abbiamo definito a “porte socchiuse”, ovvero una narrazione ed una articolazione del sito che muovesse, in chi lo approccia, la curiosità a scoprire e conoscere di più, interagendo con i suoi contenuti e quelli che, con la bella metafora di Piero Canopoli, sono stati chiamati “custodi del territorio”: imprenditori che, patrocinando il progetto Envision Gallura, si impegnavano a custodirne, salvaguardarne e valorizzarne il territorio nella sua accezione più ampia, culturale ed economica.
Stabilito che il portale doveva rispettare il principio della porta socchiusa da varcare con passi leggeri e rispettosi (e non quello della porta spalancata da attraversa a grandi falcate), bisognava risolvere il problema della presentazione da associare al Documentario Antropologico.
Abbiamo quindi pensato di costruire una intervista antropologica di presentazione di ogni custode, che introducesse la sua azienda o la sua professionalità, e di realizzare una mappa di percorsi.
Nel corso di un brainstorming fra inveritas ed i 7 patrocinatori, Fabrizio Filigheddu ha brillantemente suggerito che i percorsi (2 per ogni stagione) avrebbero potuto ispirarsi alla rosa dei venti e, coerenti alle caratteristiche di ogni vento, innescare una peculiare modalità di attraversamento dello spazio e della cultura gallurese. Abbiamo trovato l’idea geniale perché ibridava un linguaggio marino all’esplorazione dell’entroterra.
Per dare coerenza all’opera, i patrocinatori si sono impegnati a stilare un codice etico, un protocollo di intesa per i nuovi associati, e uno spazio di dialogo col territorio, i suoi abitanti ed i suoi visitatori tali da trasformare sempre più i turisti in viaggiatori, e la vacanza in esperienza conoscitiva.
Vi invitiamo a visitare il sito Envision Gallura, a conoscerne i 7 custodi fondatori (in ordine cronologico: Simona Gay, Mauro Monaco, Piero Canopoli, Fabrizio Filigheddu, Luca Filigheddu, Alberto Pesenti e Patrizia Daniele) e a contribuire, con loro, a far fiorire la Gallura che vorreste.
Dal team di inveritas, un in bocca al lupo ai 7 patrocinatori di http://www.envisiongallura.net/
L'articolo Envision Gallura – alle origini del portale sembra essere il primo su Inveritas Project.